Ingredienti:
- 150 gr di guanciale di maiale (o pancetta)
- 1 cucchiaio di strutto (o olio)
- 1 spicchio d’aglio schiacciato
- 600 gr di spaghetti piuttosto grossi (o qualsiasi altra pasta ad esempio a Roma viene servita spesso con i rigatoni)
- sale e pepe q. b.
- 5 uova
- due dita di panna liquida (facoltativa)
- 4 cucchiate di formaggio pecorino
Preparazione:
Soffriggere il guanciale, tagliato a dadini, nell’olio con l’aglio a fuoco molto basso. Appena l’aglio sarà colorito toglierlo. Cuocere in abbondante acqua salata gli spaghetti.
Variante 1:
Una volta cotti gli spaghetti accendere il fuoco della padella con il guanciale soffritto, scolare gli spaghetti e metterli nella padella, rompere le uova e mescolare fino ad ottenere la cottura delle uova, aggiungere pepe,pecorino e se piace la panna.
Variante 2:
Creare una cremina per accondire la pasta, sbattendo le uova con un pizzico di sale, il parmigiano, il pecorino una macinata di pepe e panna. Appena gli spaghetti saranno cotti condirli immediatamente aggiungendo il guanciale caldo.
Note:
- Avendole provate entrambe io preferisco la prima variante, perchè adoro vedere i grumi di uovo mischiato al guanciale, ma è solo una questione di gusti
- Anche se questa ricetta è per gli spaghetti alla carbonara suggerisco di provare anche con altri tipi di pasta.
- La carbonara è una ricetta molto semplice e per questo è possibile sperimentare aggiungendo sapori fino ad ottenerne una versione personalizzata.
Storia:
Arcangelo Dandini, noto ristoratore romano ed erede di una storica tradizione, commenta così la questione: “Il giorno dopo l’intervista a Gualandi, la stessa troupe di Italiauno mi fece una controintervista, dove ho potuto fare chiarezza su questa vicenda. La carbonara è l’evoluzione del piatto che anticamente si chiamava cacio e ova, di origini Laziali e Abruzzesi, che i carbonari usano portare nei loro “tascapane”, preparati anche il giorno prima e consumati freddi, con il solo utilizzo delle mani (uguale per la cacio e pepe quando non avevano le uova). Le fonti? Mia nonna, che era una cuoca professionista, nata ai primi del novecento e che aveva appreso queste notizie da sua nonna anch’essa cuoca etc., mi parlava di questo piatto che negli anni cinquanta nella sua trattoria di Rocca Priora (RM) cominciavano a chiederle con il guanciale oppure, orrore, con la pancetta, spiegandomi che gli Americani avevano aggiunto questo ingrediente che confondevano con il loro bacon (poiché una volta si affumicavano anche i guanciali al fumo dei camini) e che fa tanto prima colazione americana.”